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Il potenziale della matematica in classe
«Ma allora, 0 elevato a 0, quanto fa?».
Decidiamo di proporre questa domanda a tutta la classe e da subito emergono due opinioni principali. Un numero consistente di alunni sostiene che 0 elevato a 0 sia uguale a 0, mentre il resto della classe afferma che 0 elevato a 0 sia uguale a 1. Ma chi ha ragione? Senza dubbio, la prima scoperta è stata constatare che, contrariamente a quanto molti pensino, la matematica non è una disciplina finita e perfetta. La comunità matematica non è in grado di dare una risposta al risultato di 0 elevato a 0. Le calcolatrici, addirittura, visualizzano il messaggio “math-error”. Un errore in matematica! L’operazione 0 elevato a 0 non può essere risolta, perché non è ben definita. Questo fatto lascia sempre molti alunni a bocca aperta. Ebbene, sì: ci sono domande matematiche alle quali la matematica non può rispondere! Ma è anche per questo che la matematica è così interessante. Ma facciamo un passo in dietro: cosa aveva scritto Ariane sul quaderno? Ecco qui:Che peccato, una macchia ha coperto il risultato.
Ma poi arriva il mondo della matematica, un mondo nuovo che è stato scoperto molto tempo fa, ma che non piace a tutti, perché alcuni pensano che in questo mondo ci siano solo calcoli, o cose noiose. Ma pensate davvero che sia così? Non so se agli altri piace (non m’importa più di tanto), perché io adoro la matematica. Voglio soprattutto sapere una cosa e dimostrare (anche solo a me stessa) che, se ci si impegna, si può ottenere qualsiasi cosa. E ho deciso di affrontare la sfida dello 0.
Disquisizioni sullo zero
Ci sono molte cose strane riguardo lo 0: 0 : 0 0 0 Lo 0 stess0
La prima operazione che scrive Ariane è 0 : 0, e non è una coincidenza che sia così. Sostiene che 0 : 0 possa dare come risultato un numero qualsiasi, che questa operazione ha un numero infinito di risposte. La sua argomentazione si basa sul fatto che la divisione è un’operazione inversa alla moltiplicazione, un’idea che gli alunni possono consolidare con l’uso dei quadri di moltiplicazione. Poiché 1 × 0 = 0; 2 × 0 = 0; 3 × 0 = 0… e qualsiasi numero moltiplicato per 0 è uguale a 0, allora 0 : 0 deve avere come risposta qualsiasi numero. Ha perfettamente senso, no? La seconda operazione su cui riflette è quella che ha dato vita al dibattito: 00. E badate bene al meraviglioso ragionamento che ha fatto Ariane per arrivare alla risposta, al modo in cui collega l’operazione che vuole decifrare con la costruzione di qualsiasi potenza con esponente 0 su cui abbiamo lavorato in classe.Per risolvere questa operazione, cioè 00, bisogna fare 0 : 0. Perché 01= 0. Per passare da 01 a 00 bisogna dividere per 0, quindi [00] è uguale a 0 : 0.
Infine, Ariane ha deciso di studiare lo zero stesso.Lo zero è un numero molto strano. Nei numeri romani lo 0 non c’è. Ma anche se lo 0 esiste, è un numero e allo stesso tempo è “il nulla”. Lo zero [non] rappresenta nulla.
Se volete saperne di più sullo 0, questo video di Numberphile spiega, da un punto di vista più tecnico, i problemi che questo numero solleva in matematica.Bussando alla porta della matematica
Ariane pone fine alle sue disquisizioni con una conclusione commovente e piuttosto emozionante, perché comunica di aver capito cos’è la matematica e cosa significa fare matematica. E, in fin dei conti, si è sentita chiamata a indagare su questo mondo.
Sono venuta al mondo per infastidire la gente!
Ho sempre pensato che la matematica fosse “regolare”. Ma ora so che non è tutto “guarda, questo dà questo”, “dà questo perché: sono dispari, o perché se moltiplichi questo per questo”…. Ma non tutto ciò che è matematica ha senso. E c’è un numero che rende questa affermazione vera. Questo numero è lo 0. La matematica sarebbe molto noiosa senza lo 0.
Come vedete, per porsi domande e indagare sulla matematica non è necessario arrivare a studiare i contenuti dei corsi superiori: si può fare matematica sofisticata anche con contenuti elementari. Con gli stessi contenuti studiati da Ariane, e senza fare spoiler sulle scoperte che sicuramente continueranno a stupirla in futuro, siamo stati in grado di portare la conversazione a un livello più profondo, a un ambito di ricerca molto interessante. Che una ragazzina di 11 anni si senta chiamata a fare matematica da sola è un fatto che non possiamo far passare inosservato. Un fatto che bisogna apprezzare. E ora abbiamo una grande responsabilità: alimentare e mantenere questa fiamma sempre viva, perché continui a illuminare il cammino degli alunni (e perché no…di noi insegnati!) verso la scoperta del mondo.