Qualche settimana fa abbiamo appreso che Schleicher, una delle figure più influenti nel campo dell’istruzione a livello mondiale, avrebbe partecipato alla Riunione annuale del Cercle d’Economia (RCE) a Barcellona. È stato proprio in quel momento che ho deciso di parlare con Coral Regí, ex direttore della Scuola Virolai, presidente del Forum Europeo degli Amministratori dell’Educazione (FEAE) della Catalogna e membro del Consiglio di Stato della FEAE, e Pedro Fontana, Presidente della Fondazione Cercle d’Economia, Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione del Banco Sabadell e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Area, per organizzare un incontro con Schleicher. È nato così l’evento “La scuola, il riflesso della società del futuro”, tenutosi il 23 maggio al Cercle d’Economia. Uno spazio in cui condividere la visione dell’esperto e anche l’esperienza di persone come Verónica Sánchez Orpella, membro del team di gestione della Escola L’Horitzó, Albert Vilalta Riera, professore e ricercatore di didattica della matematica presso l’Università Autonoma di Barcellona (UAB) e membro del team di docenti di Innovamat, e Joan-Ramon Borrell, professore di Economia presso l’Università di Barcellona (UB) e segretario del Premio Insegnamento della Fondazione Cercle d’Economia.
Gli 8 consigli di Andreas Schleicher per migliorare l'istruzione
1. Riprodurre la conoscenza non è sufficiente, gli alunni devono saperla applicare alla vita reale
Schleicher ha spiegato che, nei risultati dei test PISA, molti alunni mostrano maggiori difficoltà con gli esercizi che sono più importanti per il loro futuro. In Catalogna, ad esempio, gli alunni sono bravi a riprodurre i contenuti che hanno imparato, ma hanno difficoltà a estrapolarli per applicarli a situazioni non familiari. Nel suo intervento, Schleicher ha sottolineato l’importanza dell’apprendimento per competenze, fondamentale perché gli alunni si sentano pronti ad affrontare le sfide di domani: «Gli alunni devono essere in grado di sperimentare e affrontare sfide sconosciute, non solo di ricevere risposte dagli insegnanti».
2. Meno è meglio: insegnare meno cose ma in modo più approfondito
3. Promuovere il pensiero critico, lo sviluppo delle competenze e una mentalità di crescita
La società non premia più le persone per la loro conoscenza, ma per ciò che sono in grado di fare con la loro conoscenza. Allo stesso modo, il creatore dei test PISA ha spiegato che le cose facili da insegnare sono anche le più facili da digitalizzare e automatizzare. Per questo motivo, ha annunciato che nei test PISA del 2025 sarà consentito l’accesso a Internet (El Periódico, in spagnolo), affinché gli alunni consultino le informazioni di cui hanno bisogno e pensino al miglior modo possibile di utilizzarle.
Per migliorare, invece di accumulare contenuti senza approfondirli, bisogna concentrarsi soprattutto sullo sviluppo delle competenze chiave per il futuro, come: osservare, scoprire, collegare idee e risolvere problemi. A tal proposito, consiglio di leggere l’analisi dei problemi matematici posti dai test PISA e i loro risultati, di Laura Morera, dottoressa di ricerca in didattica della matematica e docente presso l’UOC.
4. Rispondere alle esigenze degli alunni perché usino al meglio il loro potenziale
5. Rendere l'insegnamento una professione intellettualmente attraente
6. Ragionare di più e ripetere di meno
7. Promuovere la formazione continua degli insegnanti
8. Coinvolgere l'intera comunità educativa e portare la ricerca in classe
Vi consiglio vivamente di guardare la presentazione di Schleicher e la tavola rotonda. È fondamentale riuscire a generare spazi che promuovano il dialogo sull’evoluzione dell’istruzione. Dobbiamo educare i giovani pensando al loro futuro e non al passato.