Quest’anno Aiora Aizpurua è stata maestra di 1º anno nella scuola primaria Alkartasuna Lizeoa di Beasain, nei Paesi Baschi. Dopo il suo primo anno con Innovamat, ha voluto condividere le sue sensazioni e la sua esperienza per incoraggiare gli altri insegnanti che, come lei, dovranno imparare o stanno imparando a «fare Innovamat» in classe.
- Scuola: Alkartasuna Lizeoa (Beasain)
- Classe: 1ª di scuola primaria
- Numero di alunni: 23
- Classi con Innovamat: 1ª e 2ª (3ª l'anno prossimo).
- Usano Innovamat dal: 2021
Aiora, quale credi sia l’aspetto più positivo di lavorare con Innovamat?
Ciao! Come insegnante ti dà molta sicurezza. La sessione è già completamente preparata e l’unica cosa che c’è da fare è studiarla. In più, è tutto molto organizzato: nel Laboratorio si lavora su un aspetto, nelle Avventure su un altro… Basta decidere su cosa lavorare in ogni sessione e mettersi all’opera. E dedicarti al 100% ai tuoi alunni.
È importante quello che dici sull’identificazione dei contenuti, perché la matematica è complicata: se non capisci le basi, non è facile avanzare…
Non mi è mai piaciuta la matematica ma quest’anno, quando ho visto il progetto, ero felicissima di iniziare. Credo di aver trasmesso questa sensazione ai bambini. Quando sanno che sta per iniziare l’ora di matematica, si emozionano e penso: «Ma cosa succede?!» Si sentono molto più motivati, non succede nulla se si sbagliano, un alunno propone una strategia, un altro ne propone un’altra… È tutto molto semplice. Ci si confronta e si fanno attività manipolative, e questo fa sì che gli alunni si aiutino tra di loro.
A parte la motivazione, pensi che si sentano più predisposti a partecipare?
Senza dubbio. Prima si lavora tutti insieme, poi in piccoli gruppi e, infine, ognuno nel proprio quaderno. Gli alunni imparano a lavorare in gruppo, a partecipare e a verbalizzare le loro idee. Spesso non hanno la sensazione di fare matematica, ma di giocare, e penso: «Se sapessi quante addizioni hai fatto senza saperlo e senza rendertene conto, in questa sessione…».
Scuola: Alkartasuna Lizeoa (Beasain)
Quali vantaggi hanno i professori che lavorano con Innovamat?
Insegno già da 11 o 12 anni e mi sono resa conto di una cosa: è come la medicina. Il dottore non può creare le sue pillole, andare in laboratorio, fare prove, dirigersi ai pazienti e dire loro quante pillole devono prendere. Con noi succede la stessa cosa. Io sono insegnante, quindi ho bisogno che qualcuno crei il materiale da usare a lezione. E credo che Innovamat faccia proprio questo: si occupa del lavoro di laboratorio perché poi noi possiamo utilizzarlo nella nostra realtà, nelle nostre classi. Ogni classe è un mondo.
Io voglio stare con i miei alunni e condividere questo momento con loro. Questa è la mia vocazione.
Com’è stato all’inizio fare Innovamat?
All’inizio, è normale avere paura. Ma con il passare del tempo, quando capisci come funziona e hai una visione globale del lavoro da fare nell’anno scolastico…tutto ha senso. Sicuramente richiede un cambio di chip, deve piacerti incoraggiare il lavoro di gruppo, però, per me è stato facile perché questa dinamica mi è sempre piaciuta.
Inoltre, il fatto di avere una persona che ti aiuta costantemente a risolvere i tuoi dubbi, non ha prezzo. La figura del consulente è imprescindibile.
Parliamo delle famiglie: Sono sorti molti dubbi? È stato difficile vivere questo cambiamento in casa?
Ogni trimestre invio alle famiglie un video tutorial che mostra come facciamo le addizioni, come usiamo il materiale manipolativo… in modo che possano lavorare a casa o, almeno, che sappiano come lavoriamo. E i genitori ne sono molto grati.
Anche se è vero che spesso hanno dubbi, perché dicono di aver fatto matematica in modo diverso, che i bambini sono troppo piccoli per esercitarsi su un’app…
Ah, certo! La questione dell’App Innovamat…
Questi bambini crescono con la tecnologia, sono molto più abili di noi. Inoltre, accedendo all’app da casa si può vedere in situ come facciamo le addizioni, i giochi di geometria… I bambini si sentono molto motivati con l’app.
L’app dà un senso a tutto, ingloba tutto quello che facciamo. Ad esempio, nelle sessioni di Laboratorio, se ti rendi conto che qualcosa non è stato chiaro o non è stato interiorizzato correttamente, ti aiuti con la tecnologia e il gioco è fatto!